La fame emotiva ai tempi della quarantena- Articolo a 4mani con la dietista Dott.ssa Campopiano

da | 24-03-2020

La fame emotiva, conosciuta anche come fame psicologica o fame nervosa, è quella tipologia di fame che insorge in maniera repentina e diventa presto incontrollabile.

In questo periodo di quarantena può essere che molti di voi si siano scontrati più frequentemente con essa: essendo principalmente innescata da emozioni è normale esca allo scoperto in un momento di difficoltà emotiva.

Le emozioni sono infatti tutte di ugual importanza, ma non tutte le emozioni vengono vissute come se avessero la stessa importanza: ci sono emozioni che non ci permettiamo di provare e quindi non vengono riconosciute, gestite, accettate e integrate… e si confondono, esplodono, creano confusione.
Le emozioni in genere protagoniste di questo fenomeno sono soprattutto rabbia, tristezza, frustrazione, paura, vergogna, noia.

LA FAME EMOTIVA E GLI ALIMENTI DEMONIZZATI:

Alimentarsi è un bisogno fondamentale ma anche un veicolo di socialità e amore.
Nonostante questo assunto fondamentale, l’alimentazione viene mortificata spesso in virtù di canoni e regole che ci vengono imposte dalla società stessa o, almeno, dalla parte meno consapevole e scientifica di questa.

Con queste parole si intende dire che spesso il desiderio di apparire come la società si aspetta appariamo porta molte persone a imporsi di “mangiare meno”: meno condito, meno gustoso, meno voluminoso.
Quante persone conoscete che si alimentano con un’insalata scondita, tonno in scatola o gallette insipide ogni giorno, sperando che questo le renda sovrapponibili a quei canoni estetici che tanto anelano?

Esattamente come ci sono emozioni che non ci si permette di provare, ci sono alimenti che non ci si permette di assaggiare: gli alimenti demonizzati.

Ci sono alimenti che vengono ingiustamente etichettati come “ingrassanti” e vengono quindi banditi categoricamente pensando che questo sia il precetto fondamentale per raggiungere un particolare stato di forma. I primi a subire questo delittuoso cartellino rosso sono pasta, pizza, grassi e dolci.

Tutto ciò che vogliamo allontanare, però, diventa spesso oggetto dei nostri più profondi desideri e, inoltre, la  pratica di eliminazione di intere categorie di alimenti oltre a essere motore della fame emotiva porta anche con estrema facilità a condizioni di malnutrizione, insorgenza di pensieri ossessivi e demonizzazioni di alimenti(facilmente prodromi a disturbi del comportamento alimentare come anoressia, bulimia, ortoressia…) e disordini che possono considerare qualsiasi aspetto della vita quotidiana (energia nell’intraprendere i movimenti quotidiani, maggior probabilità di insorgenza di patologie croniche, maggior incidenza di infortuni…).

IL CIRCOLO VIZIOSO DI ECCESSI E RESTRIZIONI

Le privazioni creano vuoti e tutto ciò che resta da riempire lascia inevitabilmente insoddisfatti: nel gusto, nella fame, ma anche nel cuore.

Al termine del giorno ci sdraiamo a letto e sentiamo che “manca qualcosa”.
Al termine del pasto guardiamo il piatto e sentiamo che “manca qualcosa”.

Nel primo caso ci addormentiamo, probabilmente a fatica, sperando che “domani vada meglio”, sperando che qualcosa cambi fuori di noi e non cercando di attivarci per cambiare qualcosa dentro di noi.

Nel secondo caso è probabile che o resistiamo o ci alziamo, torniamo in cucina cercando qualcosa che possa riempire quella sensazione di pasto inappagante, quel vuoto stridente.
Ed ecco che biscotti, cioccolatini, patatine e snacks sembrano la scelta migliore… e spesso non si tratta di un biscotto, un cioccolatino, una patatina o uno snack, ma di interi pacchi.
Perché il vuoto non smette di urlare.

CAMBIARE È POSSIBILE: COME PRENDERSI CURA DI SÉ E SUPERARE LA FAME EMOTIVA

Se anche a te è capitato di chiederti se tutto questo abbia un fine, se ci sia possibilità di superare la fame emotiva e vivere la tua alimentazione in maniera soddisfacente ti diciamo che sì, uscire dal circolo è possibile.

I primi passi da compiere sono essenzialmente i seguenti:

  • Acquisire consapevolezza.
    E’ importante ritagliarsi del tempo per rispettarsi e coccolarsi attraverso la cura di sé stessi: può essere la cura del corpo tramite una beauty routine, praticare regolarmente attività fisica o tecniche di rilassamento, coltivare interessi e hobby come leggere o occuparsi di tutto ciò che ci dona un sorriso. “Essere pieni” è “vivere pieni”.
    Attenzione: la consapevolezza è il fulcro della pratica della mindfulness: vorresti saperne qualcosa in più?
  • Focalizzarsi nel qui e ora, sia nella vita che durante i pasti.
    Il percorso da intraprendere porta a imparare a concentrarsi su ciò che si sta mangiando, assaporare ogni boccone e chiedersi “che sensazioni mi offre”? “mi piace quello che sto masticando?”
    È importante rivolgersi con estrema gratitudine a noi stessi, a trattare il proprio corpo come il regalo più bello che si abbia mai ricevuto e spegnere quello che viene chiamato il proprio critico interiore.
  • Sostituire i pensieri ossessivi.
    Probabilmente ciò che è più efficace per spiegare questo punto è un esempio pratico. Ciò che ai pazienti ripetiamo sempre è “provate a non pensare ad un elefante rosa. A cosa state pensando?”. Fatelo anche voi ora. “non pensate a un elefante rosa”.
    A cosa state pensando? Possiamo scommetterci, state pensando a un elefante rosa.
    Il salto ora è breve: cosa pensate se vi diciamo “non pensare a mangiare dolci”?
    Altra scommessa da vincere: state pensando ai dolci, dolci che diventano così qualcosa di irrinunciabile. L’irrinunciabile mela dell’Eden.Cosa ci spiega questo esempio?
    L’esempio dell’elefante rosa ci spiega che piuttosto che resistere alla fame emotiva -così come ci piace chiamarla- dobbiamo accoglierla, comprenderla, darle rispetto e dignità e, gradualmente, allontanarla da noi.
    Se siete abituati a terminare il pasto con qualcosa di dolce chiedetevi se lo state facendo perché vi piace davvero o per colmare un vuoto che non riuscite a colmare tramite il nutrimento di voi stessi. Rispondere a questo quesito è un primo importante passo.

Il percorso da intraprendere è tutt’altro che semplice ed è per questo che ciò che è fortemente consigliabile a tutti è un percorso di cura integrato con psicoterapeuta e dietista.

Nel dettaglio, negli interventi psicoterapeutici è stato osservato come accanto all’affrontare paure, traumi, distorsioni che nascono dal passato sia utile lavorare sulle life e social skills rispetto a quelli di sola prevenzione. Ovvero andando a comprendere: proprietà nutritive dei cibi, il concetto di dieta equilibrata, imparando quindi a mangiare senza demonizzare dolci, alcolici, carboidrati, aumentare la stima di sé, integrare un’attività motoria sana e rispettosa dei propri bisogni, favorire le interazioni con le altre persone e regolare le proprie emozioni, analizzando anche i pensieri disfunzionali ed errori cognitivi presenti.

Il compito del dietista è accompagnare il paziente a conoscere gli alimenti e le loro funzionalità, stimolarlo a vivere in maniera serena e gioiosa la propria alimentazione e allontanare dubbi, ossessioni e angosce che derivano da un rapporto alterato con il cibo attraverso un bilanciato e personalizzato percorso di educazione alimentare.

LA SALUTE NON VA IN QUARANTENA… E NEMMENO DIETISTA E PSICOTERAPEUTA
#PRENDITICURADITE

Il momento di quarantena rende spesso davvero difficoltoso portare avanti una alimentazione sana e molti pensano di dovercela fare da soli. Così aumentano o riducono le porzioni, affondano le proprie emozioni in dolci o alcolici, smettono di fare attività fisica.

Questi comprensibili atteggiamenti allontanano in realtà dallo stato di benessere e per questa ragione è importante che tutti comprendiamo che la salute NON va in quarantena e così nemmeno dietisti e psicologi/psicoterapeuti, che continuano a essere attivi e disponibili nella modalità online.

In questo particolare momento storico siate pazienti con voi stessi, apprezzate i vostri tentativi di intervenire in modo differente tollerando i fallimenti, ma soprattutto non dimenticate di chiedere aiuto.

UN AIUTO PRATICO ALLE VOGLIE

Se tendi a cercare qualche alimento consolatore a fine pasto sappi che innanzitutto non sei così anormale come credi.
Innanzitutto, prova a uscire dalla cucina appena finito di mangiare e dedica almeno mezz’ora di tempo a qualche occupazione che ti piace: leggi un libro, fai delle ricerche su argomenti di tuo preciso interesse, ascolta della buona musica.
A cosa è utile questo?
Sostituire infatti azioni legate alla fame emotiva con attività piacevoli è meglio che obbligarsi a non pensare al cibo protagonista della fame emotiva stessa (ricordate l’esempio dell’elefante rosa?).

Un’altra fondamentale considerazione da fare è che probabilmente la voglia di dolce a fine pasto maschera delle carenze alla base: stai consumando i pasti con regolarità, o salti la colazione? Stai mangiando abbastanza per nutrire correttamente il tuo corpo, o il dolce è in realtà un artifizio del tuo corpo per chiederti di dargli l’energia che non gli hai fornito finora?
Se stai restringendo la tua alimentazione, non riesci a mantenere la naturale regolarità dei pasti o non sai come nutrirti nella maniera corretta, chiedere l’aiuto a un dietista è il più importante investimento che puoi regalare alla tua salute per questa quarantena.

 

Articolo a 4 mani con Dott.ssa Alessia Campopiano- dietista, se vuoi leggere gli altri nostri articoli insieme li trovi nella sezione Benessere 360°

 

 

 

 

 

Annalisa Bertoletti

Annalisa Bertoletti

Psicologa | Psicoterapeuta

Sono psicologa/psicoterapeuta.

Credo nel potere delle emozioni e nell’importanza di essere ascoltati in modo empatico, credo nella resilienza che ogni persona che si siede davanti a me porta, con le sue esperienze di vita.

Accompagno grandi/piccini ad affrontare momenti di difficoltà. Ricevo nei miei studi di Sedriano, Nerviano e quando possibile tramite Skype.

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